Come ho letto una volta, l'amore non è qualcosa da cui se attingi ne diminuisci la quantità, semai il contrario, è amando che si aumenta la propria capacità di amare.
Lo stesso vale per tutti i sentimenti che mi vengono in mente.
L'amore è una struttura, una configurazione e una dinamica presenti nella nostra mente, e come tale va ragionata, cioè includendo le logiche usate nella teoria delle informazioni e dei sistemi complessi.
L'amore non è dell'acqua destrutturata contenuta in un secchio, la cui misura è il peso o il numero di goccie, per questo non si possono fare conti e previsioni su di esso usando idee provenienti dalla semplice aritmetica, come la divisione classica per esempio, in amore non funziona così, in amore puoi attingere ad un secchio d'acqua e il secchio è ancora pieno.
Non si può usare per l'amore la stessa logica che si usa per fare il rapporto tra sabbia e calce quando si fa la malta per l'intonaco.
Un esempio affine che mi viene in mente, di soggetti a cui non si possono applicare correttamente quelle semplici logiche, è la dinamica della divisione e moltiplicazione dell'informazione: se attingo una volta, 2 o mille volte da una fonte di informazione, il degrado dell'informazione è infinitesimale (vero, c'è un teorema che dice che non può essere nullo e almeno a livello subatomico c'è sempre un'interazione tra osservante e informazione osservata, macroesempio evidente il giornale al bar, dopo che l'hanno letto 1000 persone comincerebbe a essere stropicciato e forse un pò illeggibile) e comunque il rapporto tra i vantaggi dati dal moltiplicare l'informazione e la quantità di degrado accumulato tipicamente tendono a infinito.
Io penso che la logica da usare in campo emotivo non sia una logica dove 1+1=2, ma una logica dove è corretto dire 1=1+1+1+... , nel senso che provare un'emozione per qualcuno non toglie la possibilità di provare un'emozione analoga per qualcun altro; uso la parola "analoga" e non "uguale" perchè proprio per la sua struttura complessa e dinamica nemmeno la stessa emozione per la stessa persona è mai uguale in 2 giorni diversi, non perchè diminuisce, ma perchè semplicemente assume sfumature di colore diverse di volta in volta, riflettendo fattrori come il mio umore, il tempo metereologico, la stanchezza o l'essere riposati, la fame o la sazietà, e 1000 altre cose che cambiano la percezione soggettiva del mondo.
Pensiamo ad un genitore con 10 figli, e allo stesso genitore in una realtà parallela con un solo figlio.
Secondo voi nel primo caso amerebbe meno ogniuno dei 10 figli? li confonderebbe?
Secondo me no, l'amore sarebbe lo stesso, è per questo che dico che la logica aritmetica non è adatta in campo affettivo, dove invece è ammesso e corretto 1=1+1+1+1+1+1+1+1+1+1.
P.S.
Mentre scrivevo stavo cercando informazioni correlate e mi è capitato, su un sito che trattava di fisica quantistica, osservabilità e altre cose, un punto di vista "moderno" proposto dall'intreccio della fisica subatomica e di teoremi formali, che però guardacaso coincide con una visione buddhista proposta quindi già 3000 anni fa:
"Cambiare semplicemente punto di vista, smettere di pensare in modo dualistico (cioè in termini di "me" e "non me") e cercare di vedere piuttosto l'universo come una totalità priva di confini, in cui le cose fluiscono l'una nell'altra e si sovrappongono, senza margini o categorie chiaramente definite."da: http://ulisse.sissa.it/chiediAUlisse/domanda/2005/Ucau050415d002/
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