Disilludersi comporta piccole dosi di dolore, ma prima ci disilludiamo meno dolore dovremo affrontare.
Il dolore come un martello sa plasmare più efficacemente del piacere, ma come un martello può rovinare anche l'essenza delle cose se il suo colpo si assesta male: scivolare da una disillusione ad un freddo e a volte maligno cinismo è spesso facile, e se poi il cinismo si alimenta d'altro, come ad esempio l'autocompiacimento o la paura di soffrire, rischiamo di arrivare a perdere i nostri valori ultimi, in un perverso meccanismo nato per proteggere la nostra libertà mentale e che ci porta all'annientamento di essa e di noi stessi.
Solo attraverso l'autodisillusione, volontaria, possiamo avvicinarci alla consapevolezza, alla saggezza e alla commovente bellezza, e soprattutto evitare il momento della ben più cara dolorosa delusione imposta, che la Realtà si ricorderà bene di portarci al tavolino all'immancabile momento di saldare il conto.
Solo attraverso l'autodisillusione, volontaria, possiamo avvicinarci alla consapevolezza, alla saggezza e alla commovente bellezza, e soprattutto evitare il momento della ben più cara dolorosa delusione imposta, che la Realtà si ricorderà bene di portarci al tavolino all'immancabile momento di saldare il conto.
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