Credo che tutto si possa dire della comoglie piuttosto che viva in solitudine.
C'è una tale promiscuità di uomini e donne adulti, giovani e bambini, da rendere poco credibile il titolo.
Si può pensare ad una solitudine «morale»: la comoglie è lì sola coi suoi problemi.
Però a me questo sembra uno sguardo molto occidentale e molto maschile.
La coépouse è sola perché non ha un uomo al suo fianco solo per lei?
Nel senso in cui si dice «due donne sole per la strada», dove sole vuol dire «non in compagnia di uomini», dal momento che se si é in due non si è sole?
Una donna senza l'uomo a fianco è «sola»?
E un uomo?
Una moglie di un uomo poligamo, intervistata, dice al contrario che uno dei vantaggi della sua situazione è di poter lavorare insieme e riposarsi più spesso.
Come io trovo molto gradevole dividere il lavoro con mia cognata quando siamo nella casa di campagna e ospitiamo parenti e amici.
Oltre all'aiuto nelle responsabilità domestiche la presenza in casa di altre mogli è una compagnia e anche una possibilità di allearsi e far fronte comune contro il marito (come tra fratelli contro i genitori: un motivo più che sufficiente per non avere figli unici).
E' vero che il matrimonio poliginico porta in molte culture problemi di gelosia, di competizione, conflitto e stress.
Ma non problemi di solitudine.
Alcune comogli hanno rapporti cooperativi, si alleano contro i mariti, si raccontano i loro segreti, cucinano insieme e badano insieme ai bambini o fanno i turni.
Tratto e adattato da : Francesca Rigotti - Poligamia e diritti
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